L’anno che abbiamo vissuto ha modificato le nostre vite, lo scenario in cui ci muoviamo. Anche per noi di LaMIn molte cose sono cambiate, i laboratori si sono presto interrotti e abbiamo dovuto ideare nuove strade per portare avanti il percorso cercando di continuare a supportare la rete che abbiamo creato.

All’inizio di questo nuovo anno come di consueto ci siamo messi a lavoro per la pianificazione delle nostre attività. Ci siamo però chiesti come è cambiato il contesto in cui operiamo. I flussi migratori sono cambiati, le attività di accoglienza e i percorsi di inclusione lo sono. E mentre sembra che immigrazione e integrazione sociale oggi abbiano perso attenzione, ci rendiamo conto di quanto sia complesso conoscere ciò che ci sta intorno e immaginare nuovi possibili scenari.

Abbiamo deciso di farlo con le persone che abbiamo incontrato in questi anni, che oggi fanno parte del mondo di LaMIn.

A ognuno di loro – sarti, partner, stakeholder, amici – abbiamo chiesto di condividere con noi un’idea sul futuro dell’integrazione durante e dopo la pandemia, augurandoci di poter costruire insieme, un tassello dopo l’altro, il puzzle del nuovo mondo che viviamo.

#Integrazionedidomani è la nuova rubrica che ospitiamo. La apriamo oggi con il primo contributo, che trovate a seguire.

Per condividere la vostra idea, scriveteci a info@progettolamin.it
Ogni contributo sarà prezioso per conoscere un nuovo punto di osservazione, in questa fase in cui l’assenza di mobilità ha creato nuove barriere.  

 

                                                     

Il valore della diversità 

«L’umanità, quanta ricchezza.

Sulla libreria spicca un volume fotografico, comprato anni fa, con immagini dal mondo, persone e contesti, ogni volta che lo sfoglio resto affascinata dalla varietà, dai colori, dalla bellezza.

 

Ci sono questioni che vanno ragionate a livello globale, la storia recente lo conferma, fra queste quella dei migranti. Le auspicate concertazioni a livello globale, o anche solo europeo, sono ancora lungi dal compiersi, intanto è a livello territoriale che si cerca la via dell’inclusione, attraverso il confronto con enti, istituzioni, stakeholders.

 

I migranti sono oggi ulteriormente penalizzati a causa della pandemia, poiché, in qualità di lavoratori essenziali, non hanno potuto interrompere la loro attività, perché vivono spesso in situazioni di sovraffollamento, perché sentono aumentare l’odio di chi li considera untori, poiché a causa delle ristrettezze economiche hanno meno possibilità di tutelarsi, poiché le limitazioni agli spostamenti hanno alterato le loro previsioni e le loro possibilità di guadagno, poiché le loro esigenze scivolano in basso nella lista delle priorità dei paesi ospitanti.

La pandemia ha ulteriormente amplificato i limiti e le mancanze del sistema europeo in materia di migrazioni economiche e diritti, ed allontana il miraggio di una piena integrazione. Rappresenta però, allo stesso modo, una rara opportunità per approfondire e ragionare nuove progettualità, capitalizzare le capacità e prepararsi a nuove sfide. C’è fermento, in un contesto in cui tutti, a vario titolo, siamo stati privati, saranno le idee migliori ad essere attuate. Chi avrà la capacità di adattarsi ed immaginare nuovi scenari, chi saprà offrire servizi innovativi che rispondono a precise esigenze contribuirà a costruire il futuro, ed in questo momento, sebbene sia in crescita il divario fra ricchi e poveri, riguardo alla capacità di immaginare il futuro, non siamo mai stati così equidistanti dai nastri di partenza.

 

Ognuno è chiamato a contribuire ad una società più equa e giusta, ognuno, compresi i migranti, che sono parte della società. In questo momento storico inoltre Loro rappresentano la concretizzazione della resilienza, del sacrificio, della perseveranza.

Rappresentano inoltre l’opportunità per apprezzare ed accogliere la diversità in tutte le sue forme.

 

Da cosa nascono il pregiudizio e la paura verso il diverso?

Dalla non conoscenza.

 

E allora moltiplichiamo le occasioni di conoscenza reciproca, di scambio. Valorizziamo le diversità, siano esse fisiche, culturali, artistiche… Portiamo a conoscenza le eccellenze del paese di provenienza affinché siano conosciute, apprezzate, rispettate.

Solo quando capiremo che possiamo beneficiare reciprocamente delle rispettive diversità l’integrazione potrà dirsi compiuta».

Maria Teresa Diodati, Presidente Pingo